mercoledì 30 dicembre 2020

Paul Hindemith e mia Sorella

 Paul Hindemith nacque ad Hanau nel 1895. Visse la repubblica di Weimar, attraversò due guerre mondiali e durante la dittatura Nazista emigrò negli Stati Uniti. Da sempre accompagnato dalla moglie Gertrud visse una vita alimentata da una incessante attività artistica. Violinista precoce ma soprattutto violista. Compositore prolifico e padrone della tecnica compositiva. Direttore d'orchestra infaticabile. Fu uno dei principali promotori della "rinascita" della musica antica e della prassi esecutiva con strumenti d'epoca, lui stesso fu appassionato interprete sulla viola d'amore. Promotore di eventi e grande didatta, insegnò alla Yale University e in moltissime istituzioni da una sponda all'altra dell'Atlantico. Sperimentò le tecniche musicali più ermetiche ma fu sempre un amante delle formazioni musicali amatoriali, cori e bande di paese. Tentò a lungo di "riformare" il pubblico, ideando opere che richiedevano l'attiva partecipazione degli uditori.  Fine teorico, trattatista, scrittore di manuali e saggi sulla musica moderna, classica, antica. Pluri-premiato e riconosciuto come uno dei più importanti musicisti del '900.

...può bastare?

Forse no, perché altro ancora ci sarebbe da aggiungere. Io non credo di aver mai studiato un personaggio come Hindemith. Una vita perfettamente votata alla musica. Tutte le sue energie, tutta la sua creatività proiettate verso il futuro dell'arte dei suoni. Una costante ricerca della perfezione. Ambendo alle vette dell'armonia, dell'equilibrio, della bellezza estetica e morale. Come nel caso di Shostakovich ci viene da chiedere "chi sono i compositori?". Nel post sull'autore russo si è tentata una risposta "mistica". I compositori ci traghettano verso mondi astratti attraverso esperienze sonore multiformi. Ci permettono di trascendere la realtà, ci parlano con un linguaggio magico e - suono dopo suono - ci conducono al di là della vita quotidiana. 

Vale anche per Hindemith?

Non ho idea.

La sintetica presentazione che ho proposto come incipit è forse tutto ciò che ho da dire su di lui. Fatta eccezione per la mia solita postilla autobiografica: 

nella mia famiglia la prima musicista e studiosa di musica è stata mia sorella. Diplomata in flauto traverso mentre io giocavo con He-Man inondava la nostra casa di musica. Ricordo lo studio estenuante per ore, giorni e mesi. Bach l'ho conosciuto così! In verità quasi tutta la musica che conosco se non è venuta da mia sorella è stata filtrata dalla sua presenza. Intanto crescevo passando dagli Ah-Ah, a Michael Jackson, ai Queen per approdare finalmente ai Pink Floyd. In tutto ciò ovviamente sempre con mia sorella che una volta finito di saltare come una pazza su Liar se ne tornava in camera a soffiare in quello strano aggeggio che in mano mia era l'equivalente dell'osso brandito dalla scimmia nella scena di "2001. Odissea nello Spazio"!

Come spesso era solita fare, veniva da me con un disco o una cassetta e mi diceva "devi ascoltare questo..è bellissimo", e io quasi sempre ignoravo sulle prime il suggerimento, mostrandomi penosamente superiore ed in grado di scegliere autonomamente la musica migliore del mondo. Il CD rimaneva lì ed io lo scrutavo un pò incuriosito ed un pò spaventato, sempre come la scimmia di cui sopra..però questa volta nella scena del "monolite". Lasciavo passare qualche giorno e poi pensavo "mah! Ascoltiamolo, va! Diamoli qualche speranza, almeno la faccio contenta...non mi piacerà sicuro, ma è pur sempre mia sorella" (E già, l'adolescenza -o almeno la mia- è una fase buia della vita). Così mettevo su il CD, non con poche difficoltà visto che il nostro stereo ormai sfiancato dal mio utilizzo smoderato aveva tutta una serie di difettucci di funzionamento; ad esempio per far partire il lettore CD era necessario inserire, parzialmente, la linguetta del tappo di una penna stilografica (non Bic che aveva il tappo troppo bombato!) per far partire la rotazione.

Insomma metto il CD suggeritomi da mia sorella ed inizio ad ascoltare. Come volevasi dimostrare non mi piacque, c'erano un paio di cose interessanti in questo Jeff Buckley però tutto un pò noioso. A quel punto mettevo via il disco e  restava un altro mesetto parcheggiato lì, in camera mia...dopo di che lo rimettevo sù (stessa procedura) e pensavo che però, una o due canzoni non erano male. 

Due giorni dopo riascoltavo solo quelle due canzoni, belle! Sempre più belle! Stupende! E le riascoltavo in modo ossessivo, ancora ed ancora. Poi un giorno facevo andare tutto l'album..e pensavo che oh! Questo disco è fantastico, e dicevo a mia sorella, cercando di mascherare completamente l'entusiasmo per non darle soddisfazione "oh! Carino Jeff Buckley!". Passato un altro pò di tempo ci ritrovavamo ad ascoltare tutto l'album rapiti ed io, alla fine, ammettevo che si! Era un grande album e che inizialmente non gli avevo dato fiducia..ci è voluto un pò di tempo per ammetterlo, diciamo 40'anni però non mi biasimate...anche He-Man era figo!

E quindi disco dopo disco abbiamo scoperto tanta musica, cioè lei scopriva e io la seguivo, sempre con quel piglio un pò disinteressato tipico dei maschietti complessati. 

Quando i miei gusti musicali iniziarono a comprendere anche la musica "classica" (termine odioso) in alcuni casi ero io a chiedere consiglio a mia sorella oltre ad attingere a piene mani dalla raccolta di dischi di mio padre (vedi il post su Domenico Scarlatti). 

E così mia sorella con la sua ormai indefessa pazienza mi suggerì di ascoltare Paul Hindemith! Così prendo un CD, me lo porto a Roma dove ormai ero diventato un Universitario (eh! Ognuno ha i suoi tempi di apprendimento), e lo ascolto. Beh! Dire che al primo ascolto non ci ho capito una minchia può rendere bene l'idea di quanto fossi poco avvezzo a certe sonorità. È vero che nel caso della produzione Hindemithiana ci si può imbattere anche i brani leggeri e divertenti ma la maggior parte delle sue opere utilizzano un linguaggio ben strutturato sia armonicamente che melodicamente che si inserisce perfettamente nella tradizione musicale europea del sinfonismo, della forma sonata, del concerto e di altre forme derivate dall'800 e nel caso di Hindemith anche del '700 e del '600. Anche se la sua estetica era votata al superamento delle forme "romantiche".

Fatto sta che questa musica all'epoca non mi convinse. La sentivo dura, ostica, difficile e persino fastidiosa. Così ho messo da parte il disco che poteva essere Mathis Der Maler oppure della musica pianistica di cui non ricordo il nome. Per anni riprovai ad ascoltare altre opere di Hindemith ma l'effetto non cambiava. Così passarono anni. E Hindemith rimase lì, in attesa di essere compreso...da mè si intende, il resto del mondo lo comprendeva benissimo.

Così, viste le mi ultime velleità "musicologiche", ho pensato di leggere qualcosa sulla vita e le opere di questo compositore, da sempre presente nella mia vita ma anche assente. Ho trovato questo bel libro scritto a sei mani da Andres Briner, Dieter Rexroth e Giselher Schubert. Un libro asciutto e chiaro, completo e sintetico sulla vita e le opere del Maestro. Notizie biografiche vengono puntellate da brevi analisi delle maggiori opere del Maestro. 

Ma io comunque pensavo a mia sorella. Al segreto che custodiva ancora quella musica. Quindi cercai di scovarlo ripercorrendo la vita del musicista tedesco.

In sintesi Hindemith fu veramente una centrale nucleare di musica, non smise mai di fare musica, in tutti i modi possibili. Nel 1917 aveva 22 anni, dopo aver completato la partitura de I Tre Canti per soprano e grande orchestra op.9 fu chiamato sotto le armi. Fini a suonare la grancassa nella banda del reggimento il cui comandante era un amante della musica. Così potè suonare in quartetto durante la guerra, privatamente per il suddetto comandante, conte von Kielmannsegg. Hindemith ricorda che durante l'esecuzione del quartetto di Debussy.. 

..arrivati alla fine del "Movimento lento", un ufficiale incaricato del servizio informativo irruppe, sconvolto, nella stanza, comunicandoci che la radio aveva divulgato la notizia della morte di Debussy. Abbiamo subito smesso di suonare. Era come fosse stato tolto il respiro vitale alla nostra esecuzione [..] In quell'istante la musica oltrepassava i confini politici, l'odio tra i popoli e gli orrori della guerra. In nessuna occasione avevo compreso, con simile chiarezza, in quale direzione doveva evolversi la musica.

Il compositore inizia così la sua ricerca di una musica pura, finalizzata all'elevazione spirituale dell'uomo ma che affonda le sue radici nella conoscenza pratica, "artigianale", della tecnica compositiva. Il perfezionamento costante degli elementi costruttivi del suono e della forma complessiva dell'opera saranno i principali interessi della musica di Hindemith. A questa attività di perfezionamento tecnico va affiancata una totale disponibilità a diversi approcci e generi musicali:

- Musica "provocatoria" che affronta temi sociali difficili e problematici come nelle opere Mörder, Hoffnung Der Frauen, Nusch-Nisch e Sancta Susanna composti tra il 1919 ed il 1921, dove l'erotico, l'irrazionale, l'estasi irrompono sulle scene dei teatri d'Europa e che presto verranno criticati e poi censurati dalle forze politiche dell'epoca.

- Musica scritta appositamente per essere trasmessa dalla Radio, come nella Kammermusik n.7 o come  la Musica per strumenti meccanici del '26 o i Pezzi per Grammofono di quattro anni dopo. Oppure le composizioni per uno dei primi strumenti elettronici della storia: il Trautonium

- Musica di intrattenimento o con fini umoristici come lo straordinario Ragtime (ben temperato) del '21 o la spassosa Ouverture da "l'Olandese Volante" come viene interpretata da un orchestrina scadente alle sette del mattino davanti alla fontana di una stazione termale!

Fondamentale la sua attività come direttore del Festival musicale di Donauschingen nel 1924 dove, oltre a promuovere lavori di giovani compositori affiancò opere tratte dalla "nuova" corrente musicale di Schönberg e Webern (presenti di persona).

Un elemento davvero caratteristico dell'aspetto teoretico ed in seguito pratico di Hindemith fu il suo lavoro sulla Gebrauchsmusick, ovvero musica d'uso che 

dovrebbe essere fatta su misura, servire a un uso specifico, concedersi a una giocosa appropriazione, non rappresentare la personale espressione dell'artista né servire a esprimere "Weltanschauungen", per quanto nobili esse siano

ed inoltre su un tipo di musica che sperimentò collaborando inizialmente con Bertold Brecht e Kurt Weill nel radiodramma Der Lindberghflug in cui Hindemith compone una musica per dilettanti in cui, come scrivono gli autori del libro a cui ci si riferisce qui, 

la strumentazione era lasciata "aperta", la struttura, fissata soltanto in grandi linee, poteva essere, di volta in volta, adeguata alla possibilità rappresentative e, per giunta, era previsto il coinvolgimento del pubblico nella rappresentazione

Questo avvenne nelle Plöner Musiktag nel '32, dove nel Collegio-Liceo Musicale di Plön il compositore potè sperimentare forme compositive atte ad un massimo coinvolgimento del pubblico. Musica didattica come la Lehrstück sempre con Brecht.

Ed è qui una delle più importanti innovazioni estetiche di Hindemith. Il compositore si chiede quali siano stati i cambiamenti che hanno coinvolto non solo la musica ma il pubblico. In un epoca in cui la frattura tra musica contemporanea e pubblico iniziava ad espandersi prendendo la forma di "fossa delle Marianne" in seguito, soprattutto con lo sviluppo della musica dodecafonica e seriale. In questo Hindemith fu sempre molto chiaro, eseguendo le opere di Webern, Berg e Schönberg identificava elementi di altissimo valore artistico in questi autori mentre ne criticava aspramente altri che conducevano ad uno sterile ermetismo. In ciò i suoi scritti teorici sono illuminanti. Il Maestro scrive in maniera lucidissima:

Il problema che riguarda tutti noi è questo: il vecchio pubblico sta sparendo. Come e cosa dobbiamo scrivere per richiamare altri, più numerosi ascoltatori? Dove è questo pubblico?..Dobbiamo arrivare a modo diversi di fare musica e a un diverso piacere musicale. Più presto il concerto nella sua forma odierna morirà, più presto avremo la possibilità di rinnovare la vita musicale.

Questo, badate bene, è un problema attualissimo. Se pensiamo che solo nel 2019 Carlo Boccadoro pubblicava il suo breve saggio dal titolo esaustivo Analfabeti Sonori in cui le domande che ci si pone, a distanza di un secolo, sono pressoché identiche.

La vita di Hindemith procede così in moto ascendente, verso i più alti confini della musica. La sua abilità diviene sempre maggiore, in grado di comporre velocemente come nel caso della Trauermusik per la morte di re Giorgio, composta nel giro di poche ore; la sua conoscenza diviene sempre maggiore, i suoi studi sulla musica antica e la prassi esecutiva (il primo concerto di musica del trecento e del quattrocento tenuto da Hindemith si tenne a New Heaven nel 1945), gli studi teorici e didattici sono divenuti dei classici del pensiero musicale. Con coraggio affronta la censura nazista e la successiva emigrazione prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti (la prima volta che visita Los Angeles la descrive come "un incubo"!).

Ma negli Stati Uniti ha inizio la sua portentosa attività didattica e di conferenziere. Qui scopre l'affascinante cultura mennonita degli "Amish" legati a lui dalla comune origine tedesca. Di loro apprezzava il rispetto delle tradizioni e lo stile di vita essenziale.

Accanto alla sua passione per la musica amatoriale (Hindemith era solito andare ad ascoltare i cori delle piccole chiese di Provincia) con il tempo inserisce nella sua produzione anche musica destinata ad un ristretto gruppo di esecutori che al tempo stesso sono anche fruitori, come nel caso, storicamente filologico, dei Madrigali a Cinque Voci su Testi di Josef  Weinheber del 1958. Ed infine la svolta al sacro, come nella collaborazione con Paul Claudel in Ite Angeli Veloces. E non si è parlato di Cardillac, di Mathis Der Maler o di Die Harmonie Der Welt. Ma come si diceva all'inizio del post la questione qui è un altra: mia sorella! 

Si, perché ieri, prima che arrivassi alla conclusione di questo piccolo scritto, le chiesi quale era l'opera per pianoforte di Hindemith che amava tanto, visto che non ne ricordavo il nome. Non parlai del fatto che stavo scrivendo anche su di lei ed ascoltammo (durante il pranzo) il brano in questione, ovvero In Einer Nacht "Träume und Erlebnisse". Il suo trasporto era ancora vivissimo e durante l'ascolto ne descriveva con emozione le qualità. 

Ora, dopo più di vent'anni, posso apprezzare maggiormente la musica di Paul Hindemith, ma non grazie alla storia della sua vita ma grazie alla mia di storia, a mia sorella che mi indica ancora dove scovare l'Armonia del Mondo, come il mio Keplero personale.


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